Tradizioni di famiglia

Nella storia  gli allevamenti e le produzioni agroalimentari di famiglia sono sempre  state riconosciute per l’ottima qualità;  ad esempio parmigiano reggiano, mucche da latte, maiali, frutta e foraggi, ma con i vigneti  l’uva per l’aceto e il vino lambrusco ha sempre rivestito un ruolo molto importante.

La famiglia ha infatti  antiche tradizioni nella produzione di aceto balsamico che risalgono ad almeno cinque generazioni. Dapprima erano per il solo uso privato, poi anche per una piccola distribuzione locale, e la responsabilità della produzione era della “rezdora”, la padrona di casa, cioè delle donne.

L’acetaia condotta da mamma Mirella però iniziò negli anni sessanta  a ricevere numerosi premi e riconoscimenti per l’aceto prodotto con l’uva delle proprie vigne. Il prof. Benedetto Benedetti , a suo tempo direttore dei Museo Archeologico Estense e Gran maestro della Consorteria di Spilamberto, era solito raccontare che “ Mirella faceva l’aceto proprio come descritto dalla antica lettera dell’avvocato Aggazzotti (1860) e la bontà del suo aceto legittimava a pieno titolo il metodo Aggazzotti stesso…”. Mirella quindi fu sempre più impegnata ad avviare nuove acetaie per diverse fra le famiglie più facoltose del modenese.

Negli anni  per l’aceto di famiglia si aggiungevano  premi ai premi, fino al 1989 quando si affiancò ai numerosi riconoscimenti anche il Premio Gancia, ottenuto superando severe selezioni di associazioni di sommelier.  Le botti di tante generazioni della famiglia sono ora ben conservate negli ampi solai di Villa Emma a Nonantola.

La storia di Mirella è costellata di una serie di successi  dovuti alla grande passione per l’aceto balsamico che la legava al ricordo della madre, prematuramente scomparsa. Questa passione per il prodotto influenzava inevitabilmente anche i figli e i nipoti che iniziavano a collaborare nelle attività coadiuvanti l’acetaia, come quella agricola della viticoltura, la produzione del mosto cotto e il mantenimento della acetaia del balsamico Tradizionale.

Insieme ai figli, nel 1988, Mirella fondava una nuova società per produrre ed esportare l’aceto balsamico e Angelo, enologo, iniziava a partecipare alle più importanti manifestazioni e fiere internazionali.